Communiqué de presse 16 octobre 2024
(italien ci-dessous)
L’Italie rentre aujourd’hui dans l’histoire en votant sa nouvelle loi sur la gestation pour autrui faisant de la GPA un délit universel. Avec cette loi, le recours à une mère porteuse en Italie ou à l’étranger encourra une peine de prison de 3 mois à 2 ans et une amende de 600 000 à un million d’euros.
Cette loi, totalement inédite, permettra aux autorités italiennes de sanctionner des ressortissants italiens qui partent à l’étranger pour se procurer un enfant via gestation pour autrui, même si cette dernière est légale dans le pays concerné, et qui reviennent avec l’enfant en Italie.
Giorgia Meloni, Première Ministre de l’Italie, s’est réjouie sur les réseaux sociaux de l’approbation d’une “règle de bon sens contre la marchandisation du corps féminin et des enfants : la vie humaine n’a pas de prix et n’est pas une marchandise à échanger”.
Eugenia Roccella, Ministre de la famille de l’Italie, a elle déclaré que « les gens ne sont pas des objects, les enfants ne s’achètent pas et on ne peut pas vendre ou louer des parties du corps humain. Cette simple vérité, qui figure déjà dans notre système juridique où la pratique aberrante de la GPA est un délit, ne peut plus être contourné ».
La Déclaration de Casablanca estime que c’est un très grand pas en avant vers l’interdiction universelle de la gestation pour autrui et que l’Italie aujourd’hui marque l’histoire. L’Italie, avec cette loi, se donne les moyens de protéger non seulement des femmes contre l’exploitation dans la gestation pour autrui, mais également les enfants vendus lors d’une gestation pour autrui, trop souvent oubliés.
L’Italie montre le chemin à suivre pour tous les autres Etats qui n’osaient pas prendre d’initiatives à ce jour pour protéger les femmes et enfants de la gestation pour autrui.
Bravo l’Italie!
L’Italia adotta definitivamente la legge sulla maternità surrogata
Comunicato stampa 16 ottobre 2024
Oggi, 16 ottobre 2024, l’Italia entra nella storia approvando la nuova legge sulla maternità surrogata, che rende la maternità surrogata un reato universale. In base a questa legge, gli cittadini italiani che rincorrono a questa pratica nel propio Paese o anche all’estero, saranno puniti con una pena detentiva da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600.000 a un milione di euro.
Questa nuova legge, senza precedenti nel panorama legislativo internazionale, consentirà alle autorità di proteggere in modo più efficace i diritti di bambini e madri vittime della pratica della maternità surrogata.In particolare, la normativa punirà i cittadini italiani che, anche se ricorrono legalmente alla maternità surrogata all’estero, rientrano in Italia dichiarando il bambino come proprio figlio.
Con l’approvazione definitiva di oggi al Senato, il ddl che rende l’utero in affitto reato universale è finalmente legge. Una norma di buonsenso contro la mercificazione del corpo femminile e dei bambini. La vita umana non ha prezzo e non è merce di scambio », ha scritto sulla piattaforma X la premier Giorgia Meloni.
“Con questa legge l’Italia si pone all’avanguardia in tema di difesa dei diritti”, ha affermato la ministra della famiglia Eugenia Roccella. “Le persone non sono oggetti, i bambini non possono essere comprati e le parti del corpo umano non possono essere vendute o affittate”, ha aggiunto. “Questa semplice verità, già sancita dal nostro ordinamento giuridico, non potrà più essere aggirata”.
La Dichiarazione di Casablanca ritiene che questa misura rappresenti un passo importante verso il divieto universale della maternità surrogata e l’Italia stia facendo la storia. Con questa legge, l’Italia si dota di strumenti concreti per proteggere non solo le donne dallo sfruttamento legato alla maternità surrogata, ma anche i bambini, spesso dimenticati, che vengono trattati come oggetti di compravendita attraverso tale pratica. La normativa rappresenta un passo cruciale per contrastare queste forme di abuso e garantire maggiore giustizia e protezione per tutte le vittime coinvolte, rafforzando i diritti dei più vulnerabili.
L’Italia indica la strada da seguire a tutti gli altri Paesi che non hanno ancora osato prendere iniziative per proteggere le donne e i bambini dallo sfruttamento della maternità surrogata.